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Su terreni magri le viti più anziane danno il meglio.

Argille, tufi, antichi ciottoli di fiume calcarei, arenarie e viti di quasi quarant’anni ci danno le uve migliori.

Siamo nella zona Sud-Est di Montalcino e precisamente nella frazione di Castelnuovo dell’Abate.

La tenuta ha una estensione di 108 ettari di cui 39 vitati tra Brunello di Montalcino DOCG, Rosso di Montalcino DOC, Sant'Antimo Rosso DOC e Moscadello di Montalcino DOC.
Sono presenti delle piccole coltivazioni di Oliveti, delle zone boschive ed altre a seminativi, con altitudini che variano dai 180 ai 420 m/slm.

Le vigne sono esposte a sud, sud-est, alcune a sud-ovest. Ognuna ha la sua caratteristica geologica diversa: quelle a sud-est sono più argillose e tufacee con inserimenti di arenarie.

Il conglomerato di fiume con ciottoli calcarei si trova nelle vigne esposte a sud e a sud-ovest. Sono terreni comunque molto magri e di bassissima resa che chiedono alle viti anni e anni di radicazione per raggiungere gli alimenti di cui hanno bisogno. Per questo le viti più anziane danno il vino migliore, come quelle della famosa vigna Cru Schiena d’Asino che prende il nome dalla forma della collina, esposta da sud-est fino a sud-ovest.

Schiena d’Asino e diverse altre vigne hanno ancora molte piante del 1975. Man mano che una viene a mancare la sostituiamo con una vite nuova in modo da mantenere sempre l’età media del vigneto più lunga possibile.

Il tempo è nostro alleato.

Il clima, e soprattutto il microclima, giocano un ruolo fondamentale.

Qui, in Italia centrale, in estate piove comunque molto poco. Questo fattore climatico costringe le viti ad andare in profondità a cercare le riserve idriche che si sono formate durante l’inverno.

D’estate possiamo avere facilmente due mesi consecutivi senza alcuna pioggia e con temperature tra i 33°C e i 40°C durante il giorno. Se a questo aggiungiamo i venti continui che arrivano dal mare, il maestrale e il libeccio, possiamo immaginare quanta acqua la vite deve portare alle sue foglie per mantenerle vive e vegete! Acqua di profondità.

È proprio questo vento pressoché continuo un altro ingrediente essenziale per la qualità del nostro terroir: un vento che di notte fa

scendere il termometro a 17-21°C raggiungendo in questo modo una quasi costante escursione termica di circa 15°C, decisamente superiore alla media di questo paese e della maggior parte delle zone vitate. L’escursione termica è determinante per la formazione degli aromi primari nell’uva, quando le temperature scendono sotto i 20°C la buccia del vino immagazzina molti più antiossidanti, come gli antociani (responsabili anche del colore del vino), il resveratrolo (famoso per il “french paradox”) e i tannini.

Questi antiossidanti non solo fanno bene alla salute, ma fanno bene anche al vino perché lo proteggono dall’ossidazione permettendo periodi più lunghi di maturazione.

 

Il monte Amiata ci protegge.

L’Azienda Agricola Mastrojanni è molto vicina a una montagna imponente: il monte Amiata

Un antico vulcano spentosi 700.000 anni fa, alto 1.738 metri.

Questa montagna è determinante per il microclima di Mastrojanni perché, se la notte sono i venti che scendono dalla sua vetta a rinfrescare le vigne, quando si avvicinano i temporali, curiosamente, questa montagna

tende molto spesso a deviarli grazie alle sue correnti ascensionali dovute alle termiche che il sole crea lungo i suoi pendii.

Siamo quindi più protetti dalla grandine, ad esempio, che altre zone nello stesso Comune di Montalcino.